La nascita archeologica di Ostia Antica: primi scavi, scoperte e relazioni con il sistema portuale imperiale
L’interesse archeologico per Ostia Antica nasce tra Settecento e Ottocento, ma è solo con il Novecento che si delineano scavi sistematici e una visione d’insieme. Già in epoca rinascimentale, però, l’area era oggetto di spoliazioni sistematiche: marmi e statue venivano recuperati per essere riutilizzati altrove, specialmente a Roma. Nel 1802, sotto Papa Pio VII, iniziano le prime indagini ufficiali, ma è tra il 1907 e il 1912, con Domenico Comparetti e poi Rodolfo Lanciani, che si avviano scavi archeologici più scientifici. Il grande impulso arriva sotto il fascismo, quando Guido Calza, tra gli anni ’30 e ’40, dirige ampi lavori di scavo in vista del bimillenario augusteo (1937–1938). Ostia veniva considerata simbolo dell'efficienza romana e del controllo sui traffici marittimi.
Tra le principali scoperte emerse nei primi scavi archeologici di Ostia Antica spicca il Foro, che costituiva il cuore politico e commerciale della colonia, punto nevralgico della vita pubblica e sede degli edifici amministrativi. Di grande rilievo anche il rinvenimento delle insulae, le tipiche abitazioni a più piani che restituiscono uno spaccato vivido della densità abitativa e della complessità sociale della città antica. Particolarmente significativi sono anche il Teatro e la Piazzale delle Corporazioni, situati l’uno accanto all’altra: il primo, ancora oggi in ottimo stato di conservazione, testimonia l’importanza della vita culturale e spettacolare nella città portuale; la seconda, pavimentata da straordinari mosaici in bianco e nero, rappresenta un documento unico sull’organizzazione mercantile dell’Impero, con le sue numerose botteghe e uffici delle corporazioni provenienti da ogni parte del Mediterraneo.
Ostia era originariamente il porto fluviale di Roma, fondato (secondo la tradizione) da Anco Marzio nel VII sec. a.C. Ma tra I e II sec. d.C., sotto Claudio e poi Traiano, si sviluppano i grandi porti marittimi a nord di Ostia: Portus Claudii e Portus Traiani. Questo sposta il centro dei traffici, ma non riduce l’importanza di Ostia: al contrario, si rafforza come snodo logistico e centro residenziale per commercianti e funzionari.
Un canale artificiale, la Fossa Traiana, collegava i nuovi porti al Tevere, e quindi a Ostia. Molti commercianti avevano sedi sia nei porti imperiali sia a Ostia, e la Piazzale delle Corporazioni ne è la prova più evidente. Durante i grandi lavori del fascismo, si voleva ricreare una "Pompei di Roma". Calza, scavando a ritmi forzati, riportò alla luce interi quartieri in tempi record.
Un episodio curioso riguarda il ritrovamento del Mitreo di Felicissimo: fu scoperto casualmente sotto un edificio commerciale e gli archeologi, sbalorditi dalla qualità dei mosaici e delle iscrizioni, ne fecero uno dei simboli del sincretismo religioso romano.
Ostia Antica rappresenta un unicum nel panorama archeologico romano per la sua relazione dinamica con il sistema portuale imperiale. La sua "nascita archeologica", tra esplorazioni ottocentesche e scavi propagandistici novecenteschi, è essa stessa una storia affascinante di ideologia, riscoperta e ricerca.
Bibliografia Essenziale
Calza, Guido (1940). Ostia. Roma: Libreria dello Stato.
Mele, Simona (2003). Ostia: storia di un'antica città portuale. Roma: Carocci.
Hermansen, Gustav (1981). Ostia: Aspects of Roman City Life. Edmonton: University of Alberta Press.
Mar, Rosella Rea (a cura di) (2014). Ostia. Il progetto Ostia Marina Project (2007-2014). Roma: L’Erma di Bretschneider.
Dott. Roberto Cinquegrana
Storico e Divulgatore
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